Bicchieri, vasi e lampade dalle forme e dai colori più svariati sono esposti, per la prima volta, in bella vista al Museo del Vetro nell’isola di Murano. Rimarranno fino al 6 gennaio 2024. La straordinaria mostra (curatrici Cristina Beltrami e Chiara Squarcina) festeggia e racconta i cento anni di attività di NasonMoretti, storica famiglia del vetro muranese che ha realizzato oltre 10.000 modelli.

I cugini Nason Piero, Marco e Giorgio – il giorno dell’inaugurazione è “in trincea” in fornace – che oggi portano avanti l’Azienda raccontano la loro storia, in particolare si soffermano sull’intuizione del nonno Umberto che ha rovesciato la tradizionale tecnica muranese del vetro soffiato ad “incamiciato rovescio”. Così dicono: “Ha realizzato il prodotto con il colore all’interno e la camicia bianca, cioè lo strato di lattimo, steso all’esterno. Una vera e propria rivoluzione. Famosa è la serie Lidia disegnata dal nonno”. Era il 1954.
NasonMoretti nasce nel 1923 con il nome Cristalleria Nason & Moretti. L’azienda familiare indirizza subito gli oggetti creati dalla fornace verso l’arte della tavola raffinata, elegante, preziosa, legata al passato e nello stesso tempo reinterpretata con formule contemporanee.
Nel lungo salone l’allestimento incanta il visitatore: i vetri sono esposti in ordine cronologico e in dialogo tra disegno e oggetto realizzato. Nei pannelli ci sono informazioni storiche e fotografie inedite provenienti dall’Archivio NasonMoretti. L’importanza dell’Azienda è riconoscibile per la partecipazione a prestigiose mostre internazionali come la Triennale di Milano e la Biennale di Venezia. Di fronte ci sono i servizi simbolo come il Francesca del 1926 – un esemplare è conservato presso il Museo della Wolsfoniana di Genova – e il Servizio per il Vittoriale del 1930 in vetro nero e rosso corallo e il Rep, calice ufficiale delle tavole del Quirinale.

Nel tempo la Nason & Moretti diventa punto di riferimento del design e riceve prestigiosi premi. Nel 1955 con le coppe Lidia si aggiudica il Compasso d’Oro, riconoscimento prestigioso istituito per i prodotti di alto design. Nel 1956 il Lidia viene segnalato dalla rivista “Domus” e l’architetto americano Philip Johnson dona al museo MoMa di New York 18 pezzi della stessa serie. Dalla metà degli anni cinquanta l’azienda familiare è presente nelle Biennali veneziane.
Una vetrina è dedicata all’illuminazione che narra la sperimentazione della NasonMoretti: la prima lampada è la “1923”, libera, spiritosa di stile déco, l’ultima ancora in produzione è la “Melting pot” (2019) di Matteo Zorzenoni.
Nel percorso cronologico numerosi disegni originali sono proposti alle pareti, sono in bianco e nero e a colori. Sopra una teca si incontrano tre animali in gruppo – la balena, l’elefante, il rinoceronte – realizzati ad hoc per la mostra partendo da un progetto degli anni settanta del designer Mario Ticcò. NasonMoretti conserva disegni e stampi originali.
Nell’ultima sala la campionatura cromatica dei vetri prodotti dall’Azienda muranese famosa anche per la sua ampia palette. Un esempio: 23 verdi, 9 blu. E’ una parete di “gocce”, termine con il quale volgarmente si indicano i campioni di colore in fornace. Rappresentano uno dei primi passaggi nella produzione di un oggetto in vetro. Sono le cosiddette prove di colore utili per comprendere la tonalità finale.
La mostra che si tiene a Murano presso il Museo del Vetro (Fondazione Musei Civici di Venezia), Fondamenta Giustinian 8, Spazio ex Conterie, conclude con una serie di vetri ancora in produzione e collaborazioni con artisti e designer contemporanei (Fabio Bortolani, Maria Grazia Rosin, Marco Zito, Matteo Zorzenoni).
Un’arte e una famiglia da valorizzare, difendere, esportare nel mondo. E Muve racconterà la storia di altre imprese familiari muranesi del vetro.









