Nasce in laguna un progetto pilota per la sicurezza negli ospedali. Promosso dalla Questura di Venezia e dall’ULSS3 Serenissima è stato presentato oggi presso la Prefettura a Palazzo Corner. Erano presenti il prefetto Michele Di Bari che ha promosso il vertice, il direttore Edgardo Contato e il questore Maurizio Masciopinto.

Il prefetto Michele Di Bari ha esordito: “Il tema alla ribalta nazionale prevede il potenziamento dei presidi di polizia all’interno dei nosocomi e il progetto formativo del personale nelle strutture sanitarie. Il progetto interesserà tutte le forze di polizia compreso il corpo dei vigili urbani. Sarà una filiera di sicurezza e di formazione affinché determinati episodi non si ripetano più. Il punto nevralgico da attenzionare riguarda il dipartimento di prevenzione psichiatrica, il 118 ma soprattutto la sede del pronto soccorso”.
Il questore Maurizio Masciopinto ha posto l’attenzione agli obiettivi: “Alla luce di una serie di segnalazioni e di fatti violenti che si sono determinati nelle strutture ospedaliere il progetto della sicurezza negli ospedali segue un duplice binario. Il primo: rafforzamento immediato delle forze di polizia, inoltre in estate ci sarà una presenza fissa negli ospedali, Jesolo e Chioggia, dove ci sono i nostri commissariati. Il secondo: momento di formazione tra medici, in particolare psichiatri, e personale della direzione sanitaria per creare linee guida che saranno trasmesse agli operatori delle volanti. Il modello di intervento garantirà sicurezza al medico, al paziente o al soggetto non collaborativo.
Il direttore dell’ULSS3 Serenissima Edgardo Contato ha evidenziato la logica di collaborazione e l’abitudine di lavorare assieme a Venezia: “Ce l’hanno insegnate il Covid poi si sono consolidate. Gestire il problema della sicurezza è importantissimo e gestirlo all’interno delle strutture diventa complicato. Gestiamo la patologia, il disagio e la sicurezza dei lavoratori. Abbiamo avuto svariati episodi di pronti soccorsi o nei reparti. Si parla di 2 o 3 episodi al giorno. Il Covid li ha esasperati. Siamo convinti che questa è la strada da percorrere insieme per generare sicurezza e garanzia di tranquillità negli ambiti dove le persone vengono a curarsi. Mestre e Chioggia sono le realtà più difficili. Uno degli aspetti che vogliamo coltivare è la capacità di dialogo anche a distanza e dare i consigli giusti”.
Le tre fasi del progetto:
workshop, cioè una tavola rotonda dove si riuniranno gli esperti del settore per comprendere le necessità, i bisogni, le criticità;
stesura di una linea guida trasmessa a tutti gli operatori del territorio attraverso giornate formative ad hoc per creare una rete di conoscenze;
monitoraggio costante.
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