“Durante la Repubblica di Venezia lane, lini e cotoni lavorati presso la nostra storica tessitura artistica venivano acquistati in laguna. Siamo certi di questi commerci perché in archivio custodiamo una grande mole di documentazione”, annota orgoglioso il signor George, titolare della Tessitura Artistica Franz a Brunico in Alto Adige. Accanto a lui sorridono la moglie Elena e i figli, i gemelli ventiquattrenni Kathrin e Bernhard che spiega il funzionamento delle antiche macchine per produrre tappeti ereditate dal bisnonno Josef.
La famiglia Franz ha un primato. Sono tessitori da generazioni. Il primo fu Josef. L’antenato comincia a tessere nel 1776 presso la città di Warnsdorf nella Germania dei Sudeti. Il territorio che ora appartiene alla Repubblica Ceca e comprende la Boemia aveva una lunga tradizione di tessiture. Warnsdorf era considerato il centro più importante. Anche Swarovski proviene da quella città. Ora l’azienda di tessitura artistica Franz, nel cuore di Dolomiti, ha due negozi in via Michael Pachner, 12 dipendenti e fa spedizioni in tutto il mondo. L’80% dei clienti sono italiani (i veneziani sono tra i più affezionati), seguono gli austriaci e i tedeschi.
“Nel libro degli antenati che ci riporta indietro nella storia fino al 1776 conserviamo i ricordi della famiglia Franz. Abbiamo trovato che Josef fu il primo tessitore. Avrà avuto un telaio in povertà, forse posizionato in cucina, che usava però con maestria. Dopo di lui questo bel mestiere fu portato avanti dal figlio Anton e il figlio di questo Friederich”, racconta l’imprenditore che aggiunge: “Mio nonno Josef, nato nel 1882 a Warnsdorf, orfano a 16 anni di entrambi i genitori, arrivò qui a Brunico abbandonando la sua patria nel 1900, per caso, prima della prima guerra mondiale. Con sé non aveva niente, nel cuore i ricordi della sua giovane vita , tra le mani una base di tessitura”. Da ragazzo, infatti, di giorno lavora sodo con il telaio dei genitori e di sera frequenta una scuola semplice per tessitori. I suoi primi tessuti – cose di piccole dimensioni come asciugamani e tovaglie – li realizza in Alto Agide con il telaio Jacquard. Josef, unico del territorio, produce tessuti pregiati e con motivi decorativi. Fonda la Tessitura Artistica Franz e subito si fa un buon nome a livello nazionale e internazionale.
Arriva la prima guerra mondiale poi la seconda. Nel 1949 Josef Franz muore. Il signor George continua il racconto: “La passione e la responsabilità della tessitura passarono ai figli Joseph, mio padre, e Siegfried, mio zio. Seguendo la tradizione di famiglia divennero due eccellenti maestri, artigiani e artisti che portarono innovazioni di successo. Disegni e tessuti erano fatti a mano, di altissima qualità ed esclusivi come il melograno, il cuore, il cervo. Mio padre fu baciato dalla fortuna in quanto gli fu commissionato un importante ordine di copriletti per hotel”.
Di recente nell’azienda sono entrati i due gemelli, Kathrin segue l’amministrazione, Bernhard la tessitura. Con il loro arrivo c’è stata un’innovazione, il passaggio dalla carta al digitale. Bernhard che ha studiato anche in Germania e ha fatto una breve esperienza in fabbrica ha imparato ad annodare i fili. Ora, felice, mostra il suo mondo: il funzionamento del telaio, i fili che si alzano e si abbassano, che scorrono da sinistra a destra, i disegni originali del bisnonno e del nonno trasportati dalla carta al digitale. Il giovane artigiano/imprenditore osserva: “Ho imparato a gestire i nuovi telai perché se sai fare puoi istruire”. In “casa” c’è anche la sartoria dove si confezionano lenzuola, cuscini, ciabatte e molto altro.
Il signor George riprende: “Oggi abbiamo telai modernissimi, installati un paio di anni fa. Se i figli vogliono andare avanti, è necessario utilizzare le tecniche digitali. A mano non si può più fare. A Venezia invece resiste l’antica e pregiata tessitura artigianale Luigi Bevilacqua”. Le radici della famiglia lagunare affondano nel 1499 e i 18 telai del Settecento provengono dalla scuola della seta della Serenissima.
Sui progetti futuri il signor George ha le idee chiare: “Siamo dei tuttofare e nel piccolo bisogna sempre fare tutto. Sto pensando di ampliare, lo spazio c’è. Abbiamo sei telai che non usiamo più. L’idea è quella di inserire gli storici attrezzi in negozio così i clienti potranno conoscere i vari passaggi di questa antica e splendida arte ma questa è musica del futuro”.





