Alberto Angela nel programma televisivo Noos trasmesso su Rai 1 la sera del 4 luglio, dedicato alla divulgazione scientifica, ha parlato di Venezia e svelato come salvarla. C’è un progetto dei ricercatori dell’Università di Padova e del CNR.
Angela ha ricordato che la città dal 3 ottobre 2020 è al sicuro: per la prima volta è entrato in funzione il MOSE che sta difendendo la città dalle acque alte. In quattro anni ha salvato Venezia da oltre 80 allagamenti, alcuni molto gravi come il 22 novembre 2022 quando il livello del mare ha superato i 2 metri.
Le acque alte sono più frequenti quanto più il livello del mare si alza rispetto a quello della città. I segni si vedono un po’ ovunque, due esempi: la Ca’ D’Oro e il Fondaco dei Turchi. La sorpresa è stata l’accelerazione dell’innalzamento del livello del mare dovuto ai cambiamenti climatici. Negli ultimi 30 anni il livello del mare si è alzato di 3,5 millimetri l’anno e sta salendo ancora: 10 centimetri per cause naturali, gli altri 10 a causa dei grandi prelievi di acqua dolce tra gli anni ’50 e il ’70 da falde fra i 200 e i 350 metri di profondità.
A fronte di ciò gli esperti si sono posti una domanda: sarebbe possibile fare il contrario, cioè risollevare Venezia rimettendo acqua nel sottosuolo? I ricercatori del Dipartimento Ingegneria Civile, Edile e Ambientale dell’Università di Padova e dell’Istituto di Geoscienze e Georisorse del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) hanno avanzato una proposta interessante. La loro idea: pompare acqua di mare all’interno di falde di acqua salata molto più profonde, a circa 1000 metri, separate da spessi strati di argille impermeabili. Il livello del suolo infatti si alza quando si iniettano fluidi nel sottosuolo. Da queste osservazioni e dalla conoscenza del sottosuolo della laguna di Venezia i ricercatori hanno fatto una simulazione al computer. Il risultato: iniettando acqua in strati profondi in 10 anni si potrebbe ottenere un sollevamento di 25/30 centimetri riportando Venezia ad un’altezza di circa 100 anni fa. La città si solleverebbe tutta insieme e ad un ritmo lentissimo.
“Una cosa è la simulazione, un’altra la realtà”, dicono. Alberto Angela ha intervistato Pietro Teatini dell’Università di Padova che ha spiegato: “L’idea è di provare in una zona periferica della laguna ed eseguire un piccolo test pilota. Consisterà nell’esecuzione di tre pozzi che saranno utilizzati per iniettare acqua salata nell’acquifero profondo a 1000 metri e verificare quanto si solleverà quest’area. Il test potrà durare 3/4 anni. Potremo poi prendere una decisione sul progetto del sollevamento dell’intera città”.
Questo significa mantenere Venezia all’altezza rispetto al mare fino al 2060 circa. Tante le soluzioni da cercare per Venezia e ognuna richiede tempo, cioè decenni.
Il reportage si può vedere al minuto 1:09:46 a questo link su Rai Play: www.raiplay.it/video/2024/07/Noos
