Venezia, all’inizio del nuovo anno scolastico, ha ospitato un appuntamento speciale che ha unito oltre 500 insegnanti, studenti e dirigenti in un momento di riflessione e speranza. Il Giubileo diocesano della scuola, venerdì 19 settembre in Basilica di San Marco, è diventato l’occasione per guardare al futuro con fiducia, valorizzando i piccoli segni di speranza che ogni giorno nascono nelle aule e nei cuori dei ragazzi.
Il pomeriggio è stato scandito da tre momenti principali: l’intervento di Ester Brunet su “L’arte che dà speranza”, con uno sguardo ai mosaici marciani della navata centrale; quattro brevi testimonianze di speranza da parte di uno studente, due insegnanti e un dirigente scolastico. Infine, alle ore 18.00, la celebrazione della Santa Messa presieduta dal Patriarca Francesco Moraglia, durante la quale è stata recitata una speciale preghiera per l’avvio dell’anno scolastico.
Il Patriarca ha posto una riflessione intensa e profonda sul ruolo dell’educatore e sulla responsabilità di chi forma le nuove generazioni: “Educare significa formare alla pace e alla verità”. “Un popolo è anche, e soprattutto, la sua cultura – ha affermato -. Il docente che ha responsabilità educativa sa anche scendere dalla cattedra”. Parole che invitano a riscoprire il valore autentico della relazione educativa, capace di andare oltre la semplice trasmissione di nozioni.
Il Patriarca Francesco ha poi richiamato il significato più ampio dei luoghi simbolici: “La cattedra, dove oggi tutto è funzionale, è qualcosa di sacro”. Un richiamo alla necessità di restituire spessore e sacralità anche agli spazi della vita comunitaria. Al centro della sua riflessione il tema dell’educazione alla pace: formare alla pace, educare alla pace, costruire una società più giusta, promuovere la dignità della persona e i diritti fondamentali. “Le guerre iniziano con delle menzogne – ha ammonito -. L’educazione è il luogo in cui cresce la persona, dove si impara la verità e si gettano le basi per un futuro di giustizia e di pace”.
L’evento, accompagnato dal coro della parrocchia mestrina di San Giovanni Evangelista, si è concluso – presente il Patriarca – nel cortile del Palazzo Patriarcale con un momento conviviale preparato dagli studenti dell’Istituto Alberghiero Barbarigo. Un’occasione per salutare e ringraziare anche gli insegnanti di religione appena andati in pensione.
Tra gli insegnanti Francesca Melloni, docente di religione presso le scuole elementari Gallina e Diedo che ha ricordato l’impegno della scuola e dei ragazzi nell’attesa di questo momento: “Ci siamo preparati a questo incontro con riunioni online e una preghiera fatta da noi”. Un piccolo gesto che mostra come l’educazione possa diventare un’esperienza condivisa e significativa, fatta di collaborazione, riflessione e partecipazione.
“È la comunità educante del nostro Patriarcato che si è ritrovata insieme, nella luce di Cristo e nel contesto dell’Anno giubilare” – ha spiegato Mauro Ceolin, direttore dell’Ufficio diocesano per l’insegnamento della religione cattolica nelle scuole. “La scuola è sempre piena di problemi, i ragazzi vivono situazioni complesse, gli insegnanti affrontano molte sfide… ma vogliamo vivere un momento di speranza, ritrovarci attorno all’altare e affidare al Signore il nuovo anno scolastico, valorizzando i segni di speranza già presenti”.
“Papa Francesco ha ricordato che l’educazione è un atto di speranza – ha sottolineato Ceolin – e Papa Leone, poche settimane dopo la sua elezione, scriveva che la speranza trasforma il cuore umano in terra feconda. Noi vogliamo essere seminatori di futuro, con fiducia nel seme e nei nostri ragazzi, che sono la terra buona su cui costruire insieme”.

