È stata presentata in laguna la mostra “Casanova e Venezia”, allestita a Palazzo Cini, La Galleria, Dorsoduro 864, e aperta al pubblico fino al 2 marzo 2026 (orari 10-18, chiuso il martedì). Dal 17 ottobre 2025 il percorso espositivo si arricchirà di una seconda esposizione, “Casanova e l’Europa. Opera in più atti”, ospitata sull’Isola di San Giorgio Maggiore e anch’essa visitabile fino al 2 marzo 2026.
L’occasione della Fondazione Giorgio Cini: i 300 anni dalla nascita di Giacomo Casanova, figura emblematica del Settecento.
La rassegna, curata dall’Istituto di Storia dell’Arte (direttore Luca Massimo Barbero) con l’Istituto per il Teatro e il Melodramma (Direttrice Maria Ida Biggi) e in collaborazione con la Fondazione Teatro La Fenice, si inserisce in un più ampio programma culturale che coinvolge tutti gli istituti della Fondazione Giorgio Cini con convegni, concerti e seminari dedicati al legame tra Casanova, Venezia e l’Europa. La mostra in particolare ripercorre la vita avventurosa di Giacomo Casanova tra mito e realtà nella sua città natale. Qui nacque il 2 aprile 1725, morì a Duchcov, Cechia, il 4 giugno 1798. Figlio del teatro e amante della libertà, Casanova seppe incarnare le luci e le ombre del suo tempo: amori ed eccessi, viaggi e inganni, duelli e riflessioni. Celebre la sua fuga dai Piombi, impresa che lo consegnò definitivamente alla leggenda.
Attraverso 97 opere – Pietro Longhi, Francesco e Antonio Guardi, Canaletto, Rosalba Carriera, Giandomenico e Gianbattista Tiepolo, Bartolomeo Nazari, Giovanni Battista Piazzetta – documenti e suggestioni, provenienti dalle raccolte della Fondazione e da prestigiose istituzioni italiane ed europee la mostra restituisce il mondo raffinato, colto e contradditorio del Settecento e il ritratto di un uomo che, più che personaggio storico, è diventato simbolo universale di desiderio e libertà. Per Casanova è palcoscenico e prigione. Ama con eleganza, inganna con grazia, vive con audacia. Ma la stessa Venezia che l’ha cresciuto lo teme: accusato, viene rinchiuso nei Piombi ed evade in piena notte, come nessuno aveva mai osato.
Un video, da non perdere, ripercorre la vita di Casanova. Dalle corti d’Europa agli angoli più oscuri dell’anima, Casanova attraversa il secolo dei Lumi come testimone inquieto della libertà e dell’eccesso. Duella, viaggia, ama, mente. È più di un uomo: è lo specchio contraddittorio del suo tempo. Parla con filosofi, incontra imperatrici e, quando l’età bussa alla sua porta, scrive. Ricorda, trasfigura, trasforma il passato in memoria immortale. Perché Casanova non è solo un nome, ma un invito a vivere, pensare, desiderare.
Fulcro narrativo è il celebre Album di caricature di Anton Maria Zanetti il Vecchio, acquisito da Vittorio Cini nel 1969. La selezione di 39 fogli su 350 ci porta dentro l’atmosfera vivace del Settecento, raccontando con arguzia e ironia la società e la cultura del tempo dagli inizi del secolo fino agli anni in cui il giovane Casanova muove i primi passi in quel mondo. Sotto la sua matita sfilano abati, preti e “nonzoli”, artisti, padroni e servitori, veneti e foresti, soprattutto la colorita “gente di teatro”: cantanti e ballerine, attori e suonatori, impresari, copisti, suggeritori, compositori e maestri di musica. Una folla brulicante che restituisce il ritmo e il sapore della vita quotidiana.
Così il Presidente della Fondazione Giorgio Cini Gianfelice Rocca presenta Casanova: “Si guarda a lui come a un protagonista della storia europea. Uno degli elementi che più colpisce della vicenda di Casanova è proprio lo spirito europeo che sa interpretare in un’epoca inquieta e foriera di grandi trasformazioni. La Fondazione con i preziosi archivi contribuisce in modo originale a rileggere questa figura spingendoci a osservare il passato come testimone del presente. Questa mostra ci appare in qualche modo come lo sguardo di Vittorio Cini, collezionista, sul secolo di Casanova, qui nel palazzo che è stata la sua residenza. Egli riuscì a riconoscere, rintracciare e riunire una mole straordinaria di materiale e arredi facendosi guidare dai migliori storici dell’arte della sua epoca”.
E così il nipote Giovanni Alliata di Montereale ricorda il nonno Vittorio Cini: “La mostra si percorre con gli occhi di mio nonno. Infatti un nucleo di 31 opere appartiene ai suoi fondi e alle sue collezioni. Nel tempo l’eredità ha coinvolto tutta la nostra famiglia che ha arricchito il patrimonio culturale a partire da mia zia Mynna Ferraro e di sua figlia Benedetta, mia cugina scomparsa nel 2023. Il marito Nicolò Visentini, presente all’inaugurazione, ci ha gentilmente concesso i quadri esposti che sono della collezione di Vittorio Cini. Con lui abbiamo importanti progetti di valorizzazione del patrimonio Cini ampliando spazi espositivi e collezioni. Casanova è un fenomeno veneziano e del mondo. Oggi di Casanova non restano le pietre né i ritratti. Resta però il mito, vivo nei viaggi che lo hanno reso leggenda”.
