Giudecca, da convento a residenza di lusso. Le Canossiane, Papa Pio X, il Patriarca Cavallari e monsignor Camilotto

Il convento “Ponte Piccolo” diventerà un complesso residenziale di lusso. Si trova alla Giudecca, a pochi passi dalla fermata Actv Palanca. Una storia nuova si intreccia con il passato, le suore Canossiane e tre pastori di anime, Papa Pio X, il Patriarca Aristide Cavallari, monsignor Giuseppe Camilotto. Condensare un impegno di oltre cento anni fatto di accoglienza, pasti caldi e istruzione alle “figlie del popolo” non è facile ma partiamo dall’addio delle religiose. Lo spaccato è davvero interessante, curioso, umano. E’ il 2003 quando le Figlie della Carità abbandonano l’immobile. “L’abbiamo lasciato per assenza di domanda formativa. Di recente l’abbiamo alienato”, dicono le suore.

Attualmente l’ex Istituto si presenta in avanzato stato di degrado con parti già crollate e altre a rischio crollo.

Comune. Lo scorso dicembre la Giunta comunale ha dato il via libera alla variante per la conversione a uso residenziale. Ora la delibera deve passare in Consiglio comunale. Sull’argomento l’assessore all’Urbanistica, Edilizia Privata e Ambiente Massimiliano De Martin spiega: “Sosteniamo il recupero di edifici e compendi abbandonati nella città antica e incentiviamo il riuso a scopi residenziali limitando, così, le possibilità di insediamento di strutture ricettive, anche nella forma della locazione turistica degli appartamenti. Proprio per garantire un autentico uso residenziale del complesso, la variante prevede che il rilascio dei titoli edilizi per la realizzazione degli interventi sia subordinato alla presentazione, da parte del soggetto attuatore, di un atto d’obbligo, da registrare e trascrivere nei registri immobiliari, con cui si impegna a non utilizzare i beni come strutture ricettive di qualsiasi tipo (compresi b&b e locazione turistica) per almeno 10 anni dalla conclusione dei lavori. Un piano di rigenerazione urbana che porterà nuovi residenti”.

La storia. Il convento “Ponte Piccolo” risale al 1908. Le religiose lo abitano tutto fino agli anni Cinquanta, poi una porzione viene adibita a scuola materna e dal 1991 l’intero complesso, gestito dalle suore e segnalato nelle guide turistiche fino al 2002, viene trasformato in ostello ricettivo–turistico per la gioventù. Andiamo alle origini.

Patriarca di Venezia era il cardinale Aristide Cavallari (Chioggia, 1849 – Venezia, 1914) che esercitò la carità aiutando i malati, i giovani e i poveri fino ad indebitarsi con una cambiale di mille euro. Le sue predicazioni toccavano il cuore. Si distingueva per lo stile conciso e immediato. Diceva: “A Chioggia si predica, in altri luoghi si chiacchiera”. Tra le sue storie curiose di generosità quella della gallina uscita dalla pentola. Il pennuto sparì durante la bollitura. Il reverendo Aristide che era parroco a San Pietro di Castello (10mila anime) l’aveva dato a una famiglia affamata. Per far rivivere la sua umile figura le pronipoti Maria Vittoria e Rita Cavallari con monsignor Giuseppe Camilotto rievocano ricordi e aneddoti.

Papa Pio X. Il cardinale Sarto, eletto Papa nel 1903 e santo nel 1954, che stimava don Aristide per l’instancabile zelo desiderava che alla Giudecca sorgesse una Casa Canossiana “pel vantaggio spirituale delle donne dell’isola”. E così fu, ma molto di più. Durante la guerra la scuola pubblica alla Giudecca, costruita tra il rio di ponte Piccolo e la laguna sul terreno già di proprietà della Junghans (prima fabbrica italiana di orologi), divenne ospedale per i soldati che avevano contratto malattie come ad esempio la malaria. I piccoli studenti figli di povera gente, ortolani, pescatori, barcaioli, facchini e piccoli bottegai furono sloggiati, le alunne trovarono ospitalità presso le suore Canossiane del Ponte Piccolo, gli alunni invece frequentarono le lezioni nei locali del patronato della parrocchia di Santa Eufemia. Monsignor Giuseppe Camilotto della diocesi lagunare, giovane cappellano a Sant’Eufemia, ricorda che tutte le domeniche gli spazi delle Canossiane si trasformavano in oratorio: “Lo frequentavano i bambini dell’isola, con loro facevo teatro e si divertivano”.

Le Canossiane. Nella diocesi di Venezia vi sono 2 comunità. In centro storico si trova l’Istituto Canossiano San Trovaso (casa religiosa, collegio, casa per ferie), qui vivono 5 suore; a Mestre c’è l’Istituto Maddalena di Canossa (scuola dell’infanzia, primaria, secondaria, opere parrocchiali), le religiose sono 11. Nel mondo sono 2374 in 308 Comunità, 32 Paesi, 5 continenti. Fondatrice della congregazione è Maddalena marchesa di Canossa (Verona, 1774-1835) che, attenta alla realtà socio/culturale del suo tempo, iniziò con le scuole rivolgendo lo sguardo verso i poveri. Il fil rouge è, quindi, l’attività educativa, sinonimo di accoglienza, diversità, ricchezza. Nel 1988 Maddalena di Canossa è stata proclamata santa da papa Giovanni Paolo II. Tra le sorelle famose Giuseppina Bakhita, canonizzata nel 2000. La santa, nata nel Darfur (Sudan occidentale), fu ospitata a Venezia nel convento delle Canossiane di Sant’Alvise (lasciato nel 2015) e battezzata nell’oratorio di San Giovanni Battista di Rio Terà dei Catecumeni.