Venezia, faro per gli afgani, ospita l’Università americana di Kabul

Importante cerimonia pubblica nell’Isola di San Servolo, proprietà della Città Metropolitana. Presenti autorità civili, militari, religiose e illustri ospiti. Venezia si fa “città universitaria”.

A rappresentare l’Amministrazione comunale: la presidente del Consiglio comunale Ermelinda Damiano, l’assessore all’Università Paola Mar e l’assessore al Turismo Simone Venturini. Per le Università: per Ca’ Foscari Fabrizio Marrella, prorettore alle relazioni internazionali e alla cooperazione internazionale; per lo Iuav il rettore Benno Albrecht; per Padova il prorettore. Per le confessioni religiose: il Patriarca di Venezia monsignor Francesco Moraglia, il Rabbino Capo della Comunità ebraica di Venezia Daniel Touitou, il Presidente della Comunità islamica di Venezia Sadmir Aliovski, il Padre armeno di San Lazzaro Hamazasp. Per il Board of Trustees dell’Istituto internazionale: il presidente Ian Bickford, la vice presidente Victoria Fontan, il rappresentante David Edwards, il direttore dei programmi accademici prof. Michael Barry.

Un coro unanime per Venezia: la sua vocazione è accoglienza, democrazia, libertà e pace. Nel tempo la Serenissima fu porto sicuro per popoli in fuga, i greci nel Quattrocento, gli ebrei nel Cinquecento, gli armeni nel Settecento. Oggi accoglie gli afgani.

da sinistra i popoli in fuga che Venezia ha accolto: Ebrei, Greci, Agfani, Armeni

Messaggio del Sindaco di Venezia Luigi Brugnaro: “E’ un giorno storico per Venezia, per la Venice International University e per l’Isola di San Servolo. La nostra città conferma davanti al mondo la sua vocazione di luogo dell’accoglienza, come già fu ai tempi della Serenissima Repubblica. Ringrazio tutti coloro che si sono adoperati per raggiungere questo traguardo, che riempie di orgoglio l’intera città di Venezia e il nostro paese: dall’infaticabile lavoro del presidente della Venice International University Umberto Vattani, all’amministratore unico di San Servolo Simone Cason, alle autorità religiose presenti, fino ai rettori delle università e ai docenti coinvolti. L’augurio per gli studenti è che Venezia possa diventare una seconda casa, un luogo di cultura dove, magari, un domani, poter lavorare e formare una famiglia”.

Amministratore unico della San Servolo Servizi Simone Cason: “La collaborazione tra San Servolo e la Venice International University è consolidato da tempo e i risultati sono evidenti. L’isola, ormai, un crocevia di giovani generazioni e culture, un luogo di studio, di arte grazie alle collaborazioni con La Biennale e anche di sperimentazione, vista la vocazione a poter diventare un’isola sostenibile. L’arrivo dell’Università americana dell’Afghanistan è un ulteriore tassello che va ad aggiungersi a rendere ancora più prestigiosa questa location, unica nel suo genere”.

Presidente della Venice International University Umberto Vattani: “Venezia è terra di libertà e democrazia e nella sua più che millenaria storia, partita da un gruppo di isole con poche risorse che dovevano difendersi in mezzo al mare, ha accolto tante civiltà che sono riuscite a fondersi creando una realtà unica. Qui a San Servolo è nata la Viu. Siamo stati accolti, come tutte le comunità, con simpatia dai veneziani. Qui abbiamo portato 20 atenei da 4 continenti. E sempre qui, nel 21esimo secolo, arrivano gli amici afgani. Un bel segnale di città aperta, sarà un faro per gli afgani. In Italia studiano altri studenti afgani, a Roma sono 150, a Padova 50, a Ca’ Foscari una ventina. Molti sono fuggiti in Iran, nei paesi del Golfo. Vorremmo che questo istituto diventasse il loro polo di riferimento, altrimenti rischiano di perdere la loro identità se diffusi in tanti paesi. Organizzeremo un convegno internazionale sull’Afghanistan pre e post islamico. I corsi dell’università riprenderanno a settembre. Le prime lezioni si terranno in estate con una summer school”.

Presidente dell’Auaf Ian Bickford: “Ho viaggiato fino a qui per portare personalmente un messaggio di apprezzamento e gratitudine a nome del Consiglio dell’Università americana dell’Afghanistan. Il messaggio che vuole trasmettere l’Istituto è quello di preservare e ampliare la storia e la cultura afgana attraverso la ricerca, l’insegnamento e la proposta formativa. Venezia stessa ha una lunga storia di supporto verso le popolazioni sfollate e le culture minacciate. Noi crediamo che l’educazione avrà la meglio”. 

Patriarca di Venezia monsignor Francesco Moraglia: “Sono contento di essere qui con voi. Saluto soprattutto gli amici e le amiche afgane. Quello che stiamo vivendo con l’inaugurazione dell’Istituto Internazionale di Studi e Ricerca sull’Afghanistan in un’isola veneziana è soprattutto un gesto di amicizia tra i popoli e le culture. E’ un segno di omaggio, di rispetto, di solidarietà, di vicinanza concreta al nobile popolo afgano così duramente colpito nella storia e soprattutto in questo ultimo tempo. Penso a tutta la popolazione ma in particolare ai bambini, agli anziani, in un modo specifico alle donne. Chi non rispetta le donne non rispetta un popolo. Importante è rimarcare poi che la vicinanza e l’aiuto al popolo afgano si esprime oggi nell’ambito della cultura, la ricerca della formazione, dello studio, dell’incontro, del dialogo tra le persone, tra le generazioni, le comunità. Sono dei contesti questi spesso sostenuti a parole ma troppo spesso sottovalutati nella realtà. Eppure sono la garanzia, sono l’investimento per il futuro delle persone, di un popolo, di una comunità. La cultura – da Venezia possiamo dirlo con le carte in regola – è il motore e la vita della storia. Come veneziani dobbiamo essere fieri e anche attraverso questa iniziativa culturale la Città di Venezia con le sue istituzioni, la sensibilità della sua gente, in fedeltà una sua vocazione storica è innata. Si rivela ancora una volta attenta, aperta, disponibile alle necessità dei popoli del mondo, di volta in volta minacciati, in pericolo. Ecco perché questo è un giorno luminoso, di speranza che ricerca soprattutto l’uomo. Un giorno che ricrea qui a Venezia un ulteriore e importante ponte. Venezia è una serie di ponti che unisce delle isole. Questo ponte di amicizia, di collaborazione con l’altra parte del mondo che sentiamo nostra e che è comunque, sempre, la casa comune. Valga anche come un’invocazione laica e, per chi crede, un’occasione di preghiera per la pace, per il bene dell’intera umanità e oggi in modo particolare dell’amato popolo afgano”.

Rabbino Capo della Comunità ebraica di Venezia Rav Daniel Touitou: “C’è una tradizione ebraica mistica che dice che quello che succede durante la settimana trova un’allusione nella lettura tradizionale che si farà domani mattina nella sinagoga. La parascià, cioè la lettura della settimana di domani, sarà la storia che tutti noi conosciamo, quella del vitello d’oro. Un oggetto non è sacro, l’idea è sacra. Stavo pensando: un ebreo cosa fa in questo evento? Fa perché leggendo la storia dell’Università ho visto cha ha sofferto un attentato. Sono israeliano, vivo in Israele da quarant’anni, sappiamo la sofferenza e la difficoltà di vivere sotto la minaccia sempre di qualche fondamentalista. La vita è quella che mettiamo in pratica quando adottiamo i nostri valori e superiamo gli oggetti, quelle cose che si trovano nel cammino quando vogliamo veramente fare una vita di valore. Auguro all’Università che metta come istituzione di studio questi valori in pratica. Alle ragazze e ai ragazzi che non hanno un’altra casa che sia Venezia la loro casa”.

Presidente della Comunità islamica di Venezia Sadmir Aliovski: “Ci sentiamo onorati di essere qui oggi l’inaugurazione dell’Istituto Internazionale. Leggere, studiare e diffondere il sapere è un insegnamento divino rivolto all’essere umano sin dalla creazione di Adamo. L’essere per il quale Iddio creò la terra per essere popolata e governata con equità, amore, pace e giustizia. Storicamente la nostra Città, Venezia, ha ricoperto un ruolo centrale dando il proprio contributo nello studio, nei rapporti diplomatici, negli scambi delle conoscenze filosofiche, mediche, scientifiche e artistiche fino a diventare porta privilegiata dell’Oriente e per l’Oriente. Venezia anche nell’era odierna continua a svolgere questo importante ruolo dimostrando anche attraverso questo Istituto di essere, ancora una volta, all’altezza di portare la bandiera di Città pacifica, multiculturale e soprattutto responsabile. Luogo che possa garantire alla popolazione afgana così duramente colpita dalla ferocia della guerra un ambiente sicuro, un rifugio e al tempo stesso un luogo per lo studio e per il dibattito intellettuale”.

AUAF. L’Università americana dell’Afghanistan dell’International Institute for Afghanistan Research and Teaching, considerata la migliore istituzione a livello superiore in Afghanistan fino al cambio di regime del 15 agosto 2021, ha trasferito dal 18 febbraio scorso la sua attività di ricerca nell’isola di San Servolo di proprietà della Città Metropolitana di Venezia. Negli ultimi 16 anni la Auaf aveva prodotto corsi, dato assistenza, organizzato seminari e posto una rigida regola: il 50% degli studenti doveva essere di genere femminile. L’Istituto rafforzerà i legami con altre istituzioni partner che includono Ca’ Foscari (Venezia) e La Sapienza (Roma), l’Institut National des Langues et Civilizations Orientales INALCO) di Parigi, nonché il Bard College e l’American Institute per Afghanistan Studies (AIAS) negli Stati Uniti. La missione dell’Istituto è preservare, studiare e mantenere la consapevolezza del ricco patrimonio culturale dell’Afghanistan per le generazioni a venire, con un’importante biblioteca – compresa la collezione privata del professore universitario e Chevalier de la Légion d’honneur Michael Barry – e strutture per conferenze.