Primi dati
Grande è la mobilitazione del Patriarcato di Venezia per l’Ucraina. La macchina degli aiuti umanitari è già partita. Volontari e donne ucraine lavorano senza sosta, smistano, impacchettano, sigillano. A Piazzale Roma in fondamenta Santa Chiara negli spazi messi a disposizione dalla Caritas diocesana è un via vai incessante di barche cariche di tutto, pasta, latte, mascherine, prodotti per medicare le ferite. Anche numerosi residenti portano aiuti umanitari. Nelle borse pannolini e tanti giocattoli.
Sul portone della vicina chiesa è affisso un cartello che indica il luogo esatto dove portare i generi di prima necessità. Dieci metri più in là appoggiata al muro la bandiera ucraina dai colori azzurro e giallo. Il portone è aperto tutti i giorni dalle 11 alle 19.

Là, nei territori di guerra, nei rifugi e nelle zone di confine dove stanno arrivando i profughi, c’è bisogno di tutto. Il medico, Serhiy Lahodych, della Comunità ucraina di Venezia ha dato la disponibilità per la consulenza sui medicinali. Il sacerdote responsabile è il giovane padre Yaroslav Chaykivskyy (cell. 3278870890).
Fino al 4 marzo sono stati raccolti 20.941€. Due le erogazioni liberali: 15.000€ alla Caritas italiana per coordinamento con la Caritas ucraina della Chiesa cattolica e della Chiesa ortodossa; 5.000€ all’Esarcato per i fedeli ucraini in Italia per aiutare le comunità ucraine in patria.
Il Patriarca Francesco Moraglia ha disposto personalmente un’ulteriore offerta di 5.000€ diretta alla comunità ucraina cristiana cattolica di Venezia perché provveda ai primi aiuti immediati dei profughi già arrivati a Venezia.


